Alcatraz Island

Alcatraz Island un nome ormai entrato nella storia per la prigione più famosa al mondo

Un nome poetico per un luogo infernale

Alcatraz Island ha un nome poetico che poco farebbe pensare ad un luogo infernale quale, in realtà, fu. Alcatraz è infatti il nome di un uccello marino che, una volta, abitava questa isola. Siamo nella baia di San Francisco, a soli due chilometri dalla costa eppure così lontani. Un senso di lontananza che, quando la prigione era attiva, veniva reso ancora più straziante dalle terribili condizioni di vita dei detenuti. Alcatraz, celebre prigione, immortalata da molti bellissimi film, è conosciuta anche come The Rock e come La Fortezza, nome questo, che doveva evocarne l’inespugnabilità e, soprattutto, l’impossibilità di scapparne.

La sua storia

Come molti luoghi degli Stati Uniti anche Alcatraz lega, in parte, la sua storia al mitico periodo della corsa all’oro che ebbe proprio in California momenti particolarmente importanti. Proprio la corsa all’oro, qui, aveva comportato un ingente traffico di navi e imbarcazioni che resero necessario costruire un faro. Nel 1909 il faro venne distrutto perché, allora, le esigenze erano diverse: non si doveva più controllare la navigazione ma trovare una prigione che rinchiudesse i soldati. Fu così che questa prigione divenne, dapprima, un carcere militare e, in seguito, nel 1934, un carcere di massima sicurezza. Ed è in questa veste che Alcatraz Island entra nella storia e nella leggenda.

Alcatraz rimase attiva fino al 1963 quando a decretarne la chiusura furono gli elevatissimi costi gestionali. Pensate che qui non si trovava assolutamente nulla tanto che si rendeva necessario trasportarvi non solo i generi alimentari ma persino l’acqua potabile.

Ma al di là di tutto, Alcatraz resta famosa come la prigione più crudele al mondo. Non vi è dubbio che i detenuti vivessero in condizioni di estrema rigidità. Del resto la sua funzione era quella di carcere di massima sicurezza per cui qui venivano mandati quei detenuti considerati particolarmente pericolosi per cui era necessaria una prigione, non solo rigida, ma da cui fosse impossibile evadere. Celle piccole, regole durissime che se disattese comportavano di finire nelle ancor più terribili celle di isolamento, fredde e buie. A rendere tutto ancora più terribile il fatto che solo ad alcuni fosse concesso lavorare. Alcatraz doveva essere una prigione infernale, per quello era nata e per quello doveva funzionare.

Alcatraz e i tentativi di fuga

Nonostante tutto da Alcatraz Island qualcuno tentò di evadere. In quasi trent’anni di apertura furono 26 i tentativi di evasione che coinvolsero un totale di 36 prigionieri. Il primo tentativo avvolto nel mistero fu quello messo in opera da due detenuti, nel 1937. Cole e Roe riuscirono a segare le sbarre di una finestra e a dileguarsi grazie alla nebbia che, allora come ora, spesso avvolge la baia. In realtà di loro non si seppe più nulla e le autorità li dichiararono morti affogati. In realtà pare che pochi anni dopo un giornalista avesse incontrato uno di loro in America del Sud.

Nel corso degli anni si susseguirono altri rocamboleschi tentativi di evasione. Uno dei più famosi fu senz’altro quello che divenne anche il soggetto per uno dei film più belli dedicati ad Alcatraz: Fuga da Alcatraz con Clint Eastwood. In questo caso tre detenuti riuscirono ad uscire attraversando le condutture dell’impianto di ventilazione, traendo in inganno le guardie perché avevano ingegnosamente lasciato, nelle brande, dei manichini.

Altrettanto famosa fu la mancata evasione divenuta nota con il nome di Battaglia di Alcatraz. Fu una vera rivolta che per due interi giorni sconvolse il carcere. Gli autori di questa vera e proprio rivolta ingaggiarono una sanguinosa battaglia con le guardie carcerarie che necessitarono addirittura dell’aiuto della polizia di San Francisco, della Guardia Costiera e addirittura dei marines.

Alcatraz e nativi americani

Sì, anche i nativi americani, ad un certo punto, entrano nella storia di Alcatraz. Siamo nel 1969 quando un gruppo di loro, guidati da Richard Oakes, occuparono quello che ormai era un carcere abbandonato. Le loro intenzioni erano, per la verità, assai pacifiche. La loro idea era quella di comprare l’isola esattamente per lo stesso prezzo a cui, secoli prima, era stata comprata l’isola di Manhattan. Il loro desiderio era quello di trasformare l’isola in un grande centro studi dedicato ai nativi americani e ai temi legati all’ecologia. Ben cinquanta erano le tribù rappresentate in questa pacifica occupazione che durò più di un anno. E a cui mise fine, purtroppo, il poco gentile sgombero da parte delle forze federali.

Alcune curiosità

Non mancano certo le curiosità legate ad Alcatraz. Come quella secondo cui, conti alla mano, i costi di gestione erano talmente alti che se i detenuti fossero stati ospitati nell’hotel più caro di New York, lo stato ci avrebbe risparmiato. Un’altra cosa curiosa è che, nonostante le terribili condizioni all’interno della prigione, Alcatraz era considerata migliore rispetto a molte altre prigioni. Perché? Perché le celle erano singole e il cibo di qualità decisamente migliore rispetto alla media. Altra curiosità: tra gli “ospiti” di Alcatraz vi fu anche il celeberrimo Al Capone, finito qui per aver corrotto le guardie di altre carceri. Qui tenne una condotta talmente irreprensibile da entrare nella banda del carcere, i Rock Ilanders.

Ovviamente non possono mancare le leggende. Come quella secondo cui Alcatraz continuerebbe ad ospitare i fantasmi di alcuni detenuti che, di notte, si riunirebbero qui per ricordare in eterno la vita infernale vissuta tra queste mura.

Ora Alcatraz è meta di moltissimi turisti che, da Fisherman’s Wharf, si imbarcano per visitare questo luogo indubbiamente suggestivo e da cui si gode una bellissima vista sullo skyline di San Francisco, compreso il bellissimo Golden Gate Bridge.