Un simbolo dalla lunga storia
Il Golden Gate Bridge è, non solo il simbolo della città di San Francisco, ma anche un luogo dalla lunga e spesso tragica storia. Il Golden Gate Bridge è un imponente e affascinante ponte sospeso sull’omonimo stretto che unisce la baia di San Francisco con l’Oceano Pacifico. Un’opera di ingegneria fatta anche di numeri che possono aiutarci a capirne l’imponenza:
- Lunghezza 2737 metri
- La campata principale è lunga 1281 metri
- Spazio tra acqua e parte sottostante del ponte 67 metri
- Altezza delle torri 225 metri
- Diametro dei cavi di sospensione 9134 cm
Se ancora questi numeri non vi fanno capire quanto sia considerevole questa costruzione, allora vi ricordiamo che, quando il Golden Gate Bridge vide la conclusione della sua realizzazione, acquisì il primato di ponte sospeso più grande del mondo.
Fu l’ingegner James Wilkind a sostenere l’idea di un collegamento tra la città di San Francisco e la vicina contea di Marin. La realizzazione vide messa in campo tutta la perizia e l’esperienza di un altro ingegnere, Bearmann Strauss, già progettista di moltissimi altri ponti mobili all’interno degli Stati Uniti. Così, nel 1927, cominciò il suo progetto e la ricerca di finanziatori. Disegni, idee e schizzi furono il nucleo da cui nacque il Golden Gate Bridge. Ovviamente un’opera del genere non poteva essere il frutto del lavoro di un solo uomo. Molti sono i nomi che intrecciarono la loro storia con quella di questo ponte, tra cui il mitico Irving Morrow a cui si deve la scelta del colore e il progettista Leon Maosseiff. A distanza di poco tempo la macchina del progetto cominciò a concretizzarsi con la creazione della Golden Gate Bridge and Highway District che divenne ufficialmente l’ente preposto alle varie fasi di progettazione, realizzazione e, soprattutto, finanziamento dell’opera. Diverse contee facevano parte di questa entità e furono proprio le obbligazioni contratte da vari membri elettive delle stesse a raccogliere la cifra iniziale necessaria ai lavori: ben 35 milioni di dollari.
Si arrivò così al 1937, esattamente ad aprile, quando il Golden Gate Bridge venne inaugurato in pompa magna dall’allora Presidente Roosevelt. Solo un mese dopo l’apertura al traffico veicolare, il ponte fu aperto anche ai pedoni. E così comincia la storia. Una storia fatta anche di non pochi incidenti e morti sul lavoro. Ben 11 operai perirono durante la realizzazione del ponte mentre molti altri furono salvati dalle, per i tempi, soluzioni di sicurezza all’avanguardia. Piccola curiosità: gli operai che si salvarono proprio per le reti di protezione, entrarono nel mitico club Halfway to Hell Club.
Un ponte molto trafficato
Quando si parla del Golden Gate Bridge non si può trascurare quale sia il suo impatto sulla gestione del traffico che, giornalmente lo attraversa. Forse, per iniziare a capire questo aspetto, può essere utile sapere che il ponte rappresenta l’unica via d’uscita da San Francisco per chi si dirige a nord. Anche per questo il Golden Gate Bridge è parte integrante della importante rete viaria chiamata U.S. Route 101. Sono oltre 100mila i veicoli che, giornalmente, lo attraversano, occupando le sei corsie di cui si compone e la cui larghezza, in modo molto pragmatico, viene modificata a seconda dei flussi di traffico.
Un ponte anche bello
Il Golden Gate Bridge è da considerarsi anche per la sua estetica. A partire dal coloro, non certo scelto a caso dall’architetto Irving Morrow. L’arancione utilizzato, infatti, fu scelto per due motivi molto importanti:
- Si intonava perfettamente con i colori naturali del paesaggio che lo circonda
- Si capì che era un coloro molto ben visibile anche con la nebbia che, spesso, avvolge la baia
Anche per questo, e forse la cosa è poco nota, il Golden Gate Bridge è stato dichiarato, dall’Associazione degli Ingegneri Civili degli USA, come una delle moderne Meraviglie del Mondo.
Il ponte dei suicidi
Anche questo, purtroppo, fa parte della mitologia del ponte. Quando nel 1995 la conta ufficiale ebbe termine (ma non i suicidi) il numero aveva già superato le mille unità. Ovviamente furono moltissime le soluzioni che vennero proposte e discusse anche per contenere una questione che, per molti, era anche un danno d’immagine. Così, per esempio, si decise di chiudere il ponte ai pedoni nelle ore notturne e di costruire alcune barriere di contenimento, anche se questa proposta ha sempre incontrato polemiche più o meno strumentali, che ne sottolineavano il carattere antiestetico. Fa ridere ma è così.
Alcune curiosità
Come tutte le leggende che si rispettino, anche il Golden Gate Bridge nasconde, per modo di dire, alcune curiosità. A partire, per esempio, dal nome. Una volta l’ingresso alla baia di San Francisco veniva chiamato Porta d’Oro. A chiamarla così fu un ingegnere topografico, John Fremont, perché ne ravvisò una certa somiglianza con il Corno d’Oro (Golden Horn) ovvero il famoso fiordo che separa la città di Istanbul in due parti.
Un’altra curiosità è che l’inaugurazione, di cui abbiamo parlato prima, non durò un solo giorno ma un’intera settimana. E per l’occasione, l’animo romantico degli americani emerse in modo molto forte. Tanto per cominciare venne composta una canzone apposta per l’evento, e dal suggestivo titolo There’s a Silver Moon on the Golden Gate. Ma non solo: lo stesso Joseph Strauss, razionale e scientifico ingegnere progettista del ponte, manifestò la sua vena artistica componendo addirittura una poesia che esaltava il ponte e il suo risplendere sotto il sole.
Innegabile che il Golden Gate Bridge sia uno dei simboli, non solo di San Francisco ma degli interi Stati Uniti. E come tutti i simboli deve risplendere. Anche per questo vi è una squadra di verniciatori che, costantemente, ritocca e sistema la vernice del ponte per evitare, o ridurre al minimo, gli inevitabili problemi di corrosione che il sale marino può provocare sula vernice.
E, per concludere, qualcosa che più che una curiosità, è un po’ il segno di una certa mentalità americana. Anche questa realizzazione di ingegneria, fu portata a termine in un momento non facile per l’economia americana. Si stava, infatti, abbattendo sul paese e sulle vite di molte persone la Gande Depressione. Ma, nonostante questo, opere come il Golden Gate Bridge vennero realizzate quasi a voler dimostrare che volontà e creatività possono fare grandi cose, soprattutto nei momenti difficili. Anche per questo IL Golden Gate Bridge è divenuto un simbolo.