In ricordo di una leggenda
Il Walt Disney Family Museum apre nel 2009 per volere della famiglia di questo indimenticabile artista, creativo, a suo modo, un genio della cultura pop. Fu in particolar modo la figlia ad avere dedicato la sua vita a questo museo, aperto a Presidio, nel cuore di San Francisco. Un atto quasi dovuto per tenere sempre viva sia la vita sia l’opera di Walt Disney, creatore di indimenticabili storie e personaggi che hanno accompagnato e formato l’infanzia di tutti noi.
Nonostante sia un museo relativamente giovane, il Walt Disney Family Museum è ormai divenuto uno dei musei più importanti e amati, non solo dai per i bambini, ma per chiunque sia stato bambino e non abbia nessuna intenzione di dimenticarlo. Oltre 13mila metri quadrati ospitano tutto quello che c’è da sapere su Walt Disney, la sua vita, le sue opere, la famiglia e tutto quanto quest’uomo è stato capace di inventare e, a suo modo, rivoluzionare.
cose da vedere
Il Walt Disney Family Museum è davvero qualcosa di unico nel suo genere e, se siete a San Francisco, vi consigliamo di non perderlo per nessun motivo. Molte sono le cose preziose qui conservate, a partire dai giovanili disegni di Walt Disney, pitture e disegni della sua prima compagnia di produzione e, vera chicca, il primo in assoluto, dei disegni del mitico Topolino. Da non perdere l’area interattiva in cui, bambini e adulti, potranno mettere insieme, in modo del tutto personale, musica e immagini.
Una vera immersione nel mondo di questo geniale artista, ecco il minimo che si possa dire del Walt Disney Family Museum, visitando il quale potrete vedere clip di film molto rare, scritti, spartiti, macchine fotografiche utilizzate dallo stesso Disney.
Un viaggio all’interno della storia dei suoi fumetti animati che mette in luce, soprattutto, le primizie, come il primo film, la prima colona sonora venduta come elemento autonomo, la prima canzone di un fumetto animato ad entrare in classifica: la celebre canzone contenuta nella storia de I tre porcellini, intitolata Chi ha paura del lupo cattivo. Qui avrete modo di vedere anche un documentario di cui non molti sono a conoscenza; infatti Walt Disney ricevette anche un Academy Award anche con il suo primo documentario a carattere naturalistico.
Lato intimo
Il nome del museo, Walt Disney Family Museum, non è certo casuale. La figlia ha infatti voluto che vi fosse anche la possibilità, per i visitatori, di avvicinarsi al lato più intimo di suo padre, attraverso ciò che foto, filmini e oggetti possono ricostruire. Tutte cose legate alla quotidianità e al lato più personale e meno pubblico di Walt Disney.
h4>Come è strutturato il museoIl museo è organizzato in gallerie che, in ordine temporale cioè divise per anni, espongono foto, oggetti e storie dell’incredibile percorso artistico e umano di Walt Disney. Nella prima galleria, quella che va dal 1901 al 1923, troviamo testimonianze dei suoi inizi, dalla scuola con un giornalino scolastico, alle prime collaborazioni professionali.
La seconda galleria è quella che ci racconta il periodo dal 1923 al 1928. In quegli anni la vita artistica di Walt Disney ebbe, se così possiamo dire, la prima svolta, grazie a quello che, allora, era un vero colpo di genio: mettere un personaggio reale dentro un cartone animato. Fu così che nacque Alice e un modo del tutto diverso di fare animazione. Ma quelli furono anche gli anni in cui nacque la leggenda: Topolino. Furono quelli anche gli anni in cui Disney approdò nel magico mondo di Hollywood.
La terza galleria, quella che racconta gli anni dal 1929 al 1940, è incentrata sulla ricerca che Disney portò avanti con forza, di creare personaggi davvero unici, con personalità molto forti e ben distinte le une dalle altre.
Gli anni tra il 1936 e il 1938 sono quelli al centro della quarta galleria, incentrata su una delle creazioni più famose di Walt Disney e cioè Biancaneve e i sette nani. Il motivo per cui qui si da molta importanza a questo lavoro è dovuto al fatto che in questo cartone animato, la ricerca della specificità di ogni personaggio è portata all’estremo: addirittura ogni nano viene creato diverso sia nell’aspetto, sia nel carattere ma, soprattutto, nel nome.
La quinta galleria va dal 1939 al 1940 e testimonia dell’evoluzione del lavoro di Disney, frutto di ricerca e perfezionismo. In quei due anni nasce qualcosa di molto importante e cioè un vero e proprio dipartimento il cui scopo era “solo” quello di lavorare sui personaggi. Un modo per lavorare in perfetta sintonia con gli animatori. Nasce in quell’anno il fumetto dedicato a Pinocchio e quello dedicato a Bambi.
Le gallerie sesta e settima sono quelle che percorrono la vita e il lavoro di Disney negli anni della Seconda Guerra Mondale e dell’immediato dopoguerra. In quel periodo l’artista si schierò apertamente con il governo producendo film di propaganda, cosa che gli attirò anche non poche critiche. Sempre di quegli anni è poi lo studio del mondo sottomarino e della relativa tecnologia, che videro la nascita di un vero capolavoro: , Ventimila leghe sotto i mari.
La natura è la protagonista della Galleria ottava, quella che va dal 1948 al 1960, poco più di un decennio durante il quale il suo amore per la natura raggiunge il massimo. Tanto da spingerlo a inviare una troupe in Alaska per realizzare il primo di una serie di documentari naturalistici. Nella nona galleria, posiamo trovare testimonianze delle creazioni di Disney legate al trasporto che entrarono in un’altra leggenda: , Disneyland.
L’ultima galleria, come è giusto che sia, è quella che in forma di saluto, riunisce tutte le testimonianze e i ricordi che la famiglia ha ricevuto in occasione della morte di questo genio assoluto.